Oggi, all’improvviso, mi sono ricordato di una cosa. Mi sono ricordato che la mattina del 9 maggio 1997, mentre ammazzavano Marta Russo, io me ne stavo sulle scale del Rettorato de La Sapienza a leggere Il cavaliere e la morte, di Sciascia.
Scritto da Andrea Pomella
Andrea Pomella
ANNI LUCE
ADD Editore
Pagine: 160
Anno: 2018
Prezzo: 13,00 euro
«C’era una volta il mondo. Nel mondo, c’era una città in cui pioveva trecento giorni l’anno. La città si chiamava Seattle, estremo occidente degli Stati Uniti d’America. In questa città arrivò un surfista che veniva da San Diego, un fan scatenato degli Who e dei Ramones. In questo surfista, c’era un’anima. In quest’anima, c’era lo spirito di un’epoca».
Anni luce è un romanzo di formazione, e i Pearl Jam sono la colonna sonora di uno spazio di luce e di ombre che ha affascinato una generazione. Riguarda, certo, i Pearl Jam. Ma non solo. È la storia di un’amicizia, di chi mi fece conoscere i Pearl Jam: il compagno di sbronze, l’amico, il viaggiatore, il chitarrista geniale, il folle, il saggio, l’esagerato, l’imprevedibile, il lunatico Q.
Oggi, all’improvviso, mi sono ricordato di una cosa. Mi sono ricordato che la mattina del 9 maggio 1997, mentre ammazzavano Marta Russo, io me ne stavo sulle scale del Rettorato de La Sapienza a leggere Il cavaliere e la morte, di Sciascia.
This entry was posted on 25 giugno 2013 a 09:41 and is filed under Racconti e resoconti.
Tags: il cavaliere e la morte, leonardo sciascia, marta russo
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